Vendere con ironia e relazione

Questa che ti racconto è una storia vera, accaduta ad un mio conoscente, Matteo Trentini.

Diplomato, non particolarmente amante dello studio ma piuttosto sveglio ed intraprendente. Ed ironico, da buon emiliano…

Qualche lavoretto qua e là e, a 26 anni, rispondendo ad un annuncio sul giornale (siamo negli anni ‘80, Internet era ancora un “segreto” di appannaggio dei militari), si trova ad affrontare un colloquio con una multinazionale nel settore dei prodotti chimici, fortissima in tutto il mondo tranne che in Italia: al tempo 1,3% del mercato.

Ora la storia ve la racconta direttamente lui, Matteo.

Al colloquio incredibilmente mi presero, nonostante io di chimica sapessi a stento la formula dell’acqua.

Mi misi in pista e mi ricordo non battevo un chiodo; finché un giorno in azienda mi arriva una telefonata di un mio collega di una ditta concorrente fortissima in Italia.

Lui mi spiegò che, con cadenza quindicinale, tutti i rappresentanti delle varie ditte concorrenti operanti nel Nord Italia (tutte multinazionali) si trovavano a pranzo il venerdì in un ristorante di Milano e in qualità di new-entry del settore mi estese l’invito. Accettai subito, avevo solo da imparare e il venerdì preposto mi presentai.

Erano tutti personaggi molto distinti, ben vestiti (per me che non sono mai stato un elegantone) e molto accoglienti, il più giovane forse aveva una cinquantina di anni.

Poi iniziò il pranzo e questi “fenomeni”, vista la mia età e captata la mia impreparazione tecnica, iniziarono elegantemente a sfottermi.

Dentro di me ribollivo e covavo rivalsa.

Mi domandarono che aziende avevo visitato e che ostacoli avessi trovato.

Risposi cercando di essere il più modesto possibile, anche perché lavoravo da poco.

Mi chiesero anche se avevo visitato anche una grande azienda del gruppo Fiat che assorbiva circa il 35% del consumo del mercato.

Risposi che l’avevo tenuta per ultima e ancora non vi ero stato.

Iniziarono risate fragorose: il direttore tecnico di produzione di quest’azienda era il dott. XXXYYY, famoso per essere un mangia-rappresentanti, un tipo ostile, scorbutico e indisponente.

Iniziano dei racconti da tunnel degli orrori, concludendo che, dopo circa 20 anni di visite presso la famosa azienda, nessuno aveva ricevuto un saluto da lui e uno sguardo diretto negli occhi.

Questo aumentò ancora di più in me il panico perché dovevo iniziare a dare qualche risultato alla azienda che aveva riposto in me tanta fiducia.

Comunque, presi il coraggio a dieci mani e tramite la sua segretaria presi appuntamento.

All’arrivo mi fanno entrare in uno stanzone con banchi in fila a formare una striscia orizzontale di circa 15 metri e seduti quattro assistenti in camice bianco.

Al centro un posto vuoto.

Per mezz’ora silenzio tombale, tensione e gambe tremolanti.

Fino a che entra questo personaggio con occhialini da scienziato, magro da far paura, pelatino, con lo sguardo verso terra e con un fascio di cartelle sottobraccio che appoggia con gran fragore nel banco.

Non mi guarda né mi saluta, come mi era stato già preannunciato, e mi spara subito una domanda sulla “ricetta per gli ingredienti dell’estrusione di tubi in PVC”.

Io rispondo che ho una estrazione commerciale e che ero venuto per farmi conoscere e prendere un ulteriore appuntamento con un mio collega tecnico inglese, esperto in materia, che poteva conferire con lui con competenze idonee.

Mi spara un’altra domanda ancor peggiore ed io ribadisco il concetto di cui sopra.

Senza mai guardarmi mi fa una terza domanda impossibile.

Non so perché ma, esasperato, gli dico: “DOTTORE….SE MI CHIEDE GLI AFFLUENTI DI DESTRA DEL PO LI SO TUTTI.”

Questo alza lo sguardo, mi fissa ed inizia a ridere come un dannato e con lui gli assistenti compiacenti. Mi spiegò che i miei concorrenti erano tutti un po’ presuntuosi ed arrogantelli.  A me non risultava…: era lui il tipo strano!

Tuttavia, mi dice di telefonare alla sua segretaria la settimana successiva e fissare per andare a pranzo con lui.

Eros, te la faccio breve: da allora in due anni il fatturato schizzò dal 1,3% al 16% io continuavo a non sapere nulla di chimica, ma ormai la voce si era sparsa e mi arrivarono proposte da tutta la concorrenza.

Dopo un anno, mi arrivò a Natale un premio produzione di 30 milioni di lire. (1985)

Ogni mese andavo a pranzo col dottore con cui (sempre dandoci del Lei) era nato un rapporto molto confidenziale: si parlava persino di donne di sport!

Chicca (rivincita) finale: dopo 5 anni incontrai quel mio professore a ragioneria, quello che disse a mia madre che con quella ironia non sarei andato tanto lontano. Mi chiese che lavoro facessi ed alla mia risposta che ero il Direttore Commerciale della multinazionale americana XXX, esclamò allibito: “Lei?? Ma se non ricordava nemmeno gli affluenti del Po!!”

“Veramente, quelli di destra li so benissimo: Tanaro, Scrivia, Trebbia, Taro, Secchia e Panaro. Le li sa quelli di sinistra?”


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