La videochiamata si sta sempre più imponendo come alternativa alla telefonata e all’incontro. In quest’articolo ne analizzeremo vantaggi e svantaggi dal punto di vista della efficacia persuasiva.
Le videochiamate Skype esistevano già dal 2003. L’invenzione è nata da una idea di 2 ingegneri, un danese e uno svedese. In poco tempo si sono diffuse nel mondo soprattutto nel Nord Europa e nei Paesi anglosassoni. Da anni le videochiamate sono a disposizione di utenti in tutto il mondo, Italia compresa, anche se con una familiarità ridotta rispetto ad altri: siamo circa al 38° posto nel mondo. Poi arriva la rivoluzione Covid-19: per settimane siamo stati “costretti” a utilizzare non solo Skype, ma anche a scoprire l’esistenza di tante altre piattaforme, non solo per videochiamarsi tra amici e parenti in lockdown, ma anche per lavorare da casa, consentire agli studenti di fare lezioni a distanza, fare riunioni con i colleghi, incontrare “online” clienti e fornitori.
Terminata l’emergenza, ci siamo accorti che la presenza fisica è spesso fondamentale, ma in diversi casi è “sostituibile”, anche con notevoli vantaggi. Ora esaminiamo questo strumento dal punto di vista della comunicazione non verbale, o CNV, cioè quella che comprende soprattutto il linguaggio del corpo: gestualità, prossemica, mimica facciale.
Le domande di fondo sono due. La prima è: “La video call può sostituire l’incontro in presenza?”
La seconda è questa: “Meglio telefonare o videochiamare?”
Mai come in questo caso la risposta è: “Dipende”.
Infatti, i fattori da tenere in considerazione sono tanti. Iniziamo con un dato: la percentuale di “efficacia di ogni singolo veicolo di comunicazione”, cioè la potenzialità di raggiungere gli obiettivi che ogni strumento utilizzato per veicolare il messaggio può raggiungere.
Per quanto il messaggio sia ben preparato, la natura del veicolo stesso ne aumenta o diminuisce l’efficacia. Può arrivare persino ad alterarne il significato.
Ecco le percentuali:
Comunicazioni scritte (e-mail, WhatsApp, post sui social, lettere cartacee): 7%
Comunicazioni telefoniche (telefono, cellulare, radio, ecc.): 45%
Comunicazione video (Skype, Zoom, GoToMeeting, Google Meet, ecc.): 72%
Comunicazioni in presenza: 100% (di fronte all’interlocutore):
Per essere convincenti o per argomenti con forte carica “emotiva”, sicuramente la presenza fisica è la più efficace, ma anche la più costosa in termini economici e di tempo.
Se non conviene incontrarsi, la videocall consente comunque di vedere il volto dell’interlocutore e di interpretarne le sensazioni.
Tutti gli ultimi studi sulla CNV si orientano maggiormente a notare le micro-espressioni facciali, i piccoli movimenti del busto e i “toccamenti” del volto con le mani. Inoltre, anche senza studi specifici, l’esperienza di vita ci fa già individuare nell’interlocutore sentimenti come gioia, rabbia, paura, sorpresa, felicità, dolore, dubbio. Al telefono è molto più difficile, anche la voce può dare qualche segnale, ma sono molto difficili da sentire e interpretare.
Anche le trattative con l’estero, se non si è padroni della lingua straniera, possono essere aiutate con un po’ di gestualità, magari mostrando visivamente testi, foto, oggetti. Occorre però disporre di tre fattori: conoscenza perfetta della piattaforma web, connessione potente e veloce, strumenti: webcam-microfono-luce.
Se la connessione è lenta (può non dipendere da voi), audio e video sono scarsi, e non avete familiarità con le video piattaforme (queste due dipendono da voi), potrebbe essere meglio una telefonata.
La telefonata ha un grande vantaggio: è più semplice, più riservata, si può fare praticamente ovunque, ma non permette di interpretare la CNV del cliente o fornitore.
Regola d’oro, come sempre: dovete diventare molto abili ad utilizzare tutti e 4 i canali comunicativi, in modo da essere a proprio agio in ogni situazione, aumentando di fatto carisma e potere di convincimento.